venerdì 12 agosto 2011

apertura o chiusura?

Torno ora da un'uscita in centro storico con un mio amico (amico di chat, in realtà ci siamo "conosciuti" dal vivo solo stasera). Siamo andati a prendere una birra, poi ci siamo seduti un po' sulla "scala", un posticino che un tempo era sinonimo di apertura mentale, incontri con gente tranquilla, e.. non so ma sapeva di cultura, di integrazione sociale. In realtà da luogo gay friendly molto frequentato, pian pianino si è trasformato in luogo per gay.. ciononostante, se ti va di vedere un po' di ragazzi e vai un venerdì sera alla scala.. è più facile che incontri il tipo carino lì che in discoteca. 
Stasera dunque mentre parlavamo un po' con sto mio amico.. guardavo questa massa di persone e.. devo dire che non sono rimasto bene.. mi è arrivata un'ondata di tristezza addosso.. gente che se ci passi in mezzo ti squadra per cercare di radiografarti, e stabilire se le tue misure e l'abbronzatura sono ai livelli giusti rispetto alla moda della settimana.. se sei uno nuovo o solo rinnovato.. e.. non so, ma non ero a mio agio.
Beh, meglio che uno se ha voglia di conoscermi si alzi e mi dica.. "parliamo?" anziché puntarmi da lontano in stile maniaco.. per ottenere come unico effetto il mio imbarazzo!! Lo trovo più spontaneo e naturale. 
Da li poi si va a ballare.. dunque la scala assume il ruolo di antecamera per centinaia di ragazzi la cui solitudine ha reso un po' tristi e un po' stronzi, alla discoteca, in cui chi ha superato i livelli ormonali può lasciarsi andare a del sesso occasionale, mentre per gli eterni romantici continua a rappresentare una speranza di incontrare l'anima gemella.
Tutto ciò mi riporta al bisogno di costruire i nostri tanti mondi delle illusioni. Spero vivamente che la prossima volta che mi trovo a passare di lì, la mia percezione sia cambiata.. in meglio!


A proposito della scala, ho trovato interessante il punto di vista di questa brava blogger:

blog bianco e nero: il ghetto gay